5 secco

Come volevasi dimostrare. Le scelte di Draghi si sono rivelate poca cosa, com’era ovvio fosse. D’altronde il Parlamento italiano oggi è costituito dal 95% di socialisti, quindi era difficile pensare in qualcosa di diverso. Ci sono lati tremendamente negativi, ma anche qualche scelta intelligente mirata soprattutto al pragmatismo che Draghi incarna: tenere la barra dritta per togliere il paese dall’impasse gestionale di questo anno osceno.

Diamo un po’ di pepe all’articolo. La scelta che più mi ha imbarazzato è senza dubbio la riconferma di Speranza e Di Maio alla Salute (che poi, perchè Salute? è grazie allo stato – volutamente con la s piccola – se abbiamo la Salute? sarà Sanità semmai) e agli Esteri. Imbarazzo misto rassegnazione: vuoi forse dirmi che nei giochetti di palazzo non c’era qualcuno di LeU/PD da piazzare di profilo istituzionale senza ripresentare “il ministro del lockdown”? Personaggio fantastico che ha subito dato riprova della sua inettitudine programmatica andando a bloccare lo sci sei ore prima della partenza della stagione invernale (già di per sé ampiamente compromessa) dopo che i vari governatori avevano emesso ordinanze ad hoc. Palazzo Chigi è uscito con una nota in cui si dice che c’è stato il placet di Draghi e io ci credo. I motivi sono due (intimamente legati) e motivano la seconda vergogna politica di questo governo: 1. Draghi non crede nel profitto derivante dallo sport 1bis. Draghi ha cancellato il Ministero dello Sport. Scelta incredibile per almeno una decina di motivi, ma ne bastano fondamentalmente due (ancora) per far capire il messaggio: 1. lo sport da solo rende il 3% del PIL, senza contare il turismo associato alle varie pratiche sportive, quindi snobbarlo è semplicemente idiota; 2. lo sport assieme alla ristorazione è stata l’attività più danneggiata dai vari lockdown generalizzati e ancora oggi non si bene quando si ripartirà e in che condizioni. Un Ministro politico allo Sport era fondamentale per dare un messaggio di speranza e prospettiva al Paese.

Torniamo alla Salute che sennò perdo il filo: abbiamo avuto (e stiamo ancora vendo) flotte di virologi da TV pronti a dire la loro su qualsiasi cosa, iettatori seriali menagrami pronti all’Apocalisse. Io dico quindi: perchè Draghi non ha dato voce alla scienza per alzata di mano (qual è la medicina del Covid oggi) e invece di mettere un laureato in SciPol non ha messo un Burioni, un Galli o un Crisanti a caso? Avrebbero avuto tutti i metodi per imporre le proprie ragioni in maniera autorevole senza per forza andare nei salotti radical chic in TV. Sarebbe stato davvero divertente.

Potrei andare avanti ore a smontare questo Governo, ma vengo all’altro punto che non mi è piaciuto: come aveva fatto Monti all’epoca, mi sarei aspettato che Draghi tenesse per sé la delega al MEF. Mi sarei aspettato quel liberalismo reale auspicato da lui stesso a Rimini estate scorsa, un bel guazzabuglio ordoliberista Merkel style. Invece ha chiamato Franco – autorevolissimo eh – ma della cui politica economica nessuno sa niente se non che è un fanatico delle coperture (come all’epoca degli 80 euro di Renzi). Molti dicono che sarà un prestanome di Draghi, cosa che dubito fortemente: il capo di BI che si mette a fare lo yesman? Non ci credo, non avrebbe senso.

Poi ci sono le note positive, o quantomeno non negative: ovvero i ministeri di Forza Italia. Anche qui i motivi sono due (sì, è fatto apposta): 1. Perchè vedere dei ministeri azzurri dopo un mare di socialisti fa sempre ben sperare 2. Perchè le figure scelte hanno senso pratico benché siano in ministeri senza portafoglio: Brunetta alla PA fa tremare i fannulloni, Gelmini agli Affari regionali al posto dell’impresentabile Boccia, tirato per la giacca da praticamente tutti i governatori durante la fase acuta della pandemia, e Carfagna nella Marca del Sud Italia, territorio di frontiera da tenere sempre bene in considerazione.

Sui tecnici non entro nel merito: sicuramente sapranno fare il loro lavoro, ma quando c’è anche solo un tecnico al comando di un ministero significa che la politica ha fallito, e allora dobbiamo tornare a pensare sul senso di avere 23 ministeri e centinaia di parlamentari eletti incapaci di ricoprire il ruolo per cui sono stati votati. Misteri della democrazia liberal(e).

Resta con noi – iscriviti alla newsletter!


Pubblicato

in

da

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *