Corneliani: liberismo sfrenato?

Lo stato diventa azionista della Corneliani, azienda di abbigliamento maschile di alta fascia (noto servizio essenziale!), in perdita da anni.
Questo deve essere il “liberismo sfrenato” che Di Maio vede in Italia: sei un imprenditore? Se gli affari vanno bene diventi ricco tu, se fallisci arriva la Morani e compra tutto coi soldi dei contribuenti.

E non è colpa degli imprenditori, sia chiaro: chiunque potesse lucrare sul capitalismo clientelare lo farebbe, e questo modo di fare impresa, vecchio di decenni, è una delle principali zavorre italiane (sul tema, qui trovate un ottimo Giuseppe De Tomaso). Questo sistema, in cui vinci o perdi sul mercato non per merito ma per la tua capacità di intercettare i favori della politica, non è responsabilità degli agenti di mercato, che si comportano semplicemente in modo razionale. E’ colpa di un governo statalista, che alimenta queste commistioni pubblico-privato alla disperata ricerca di consenso elettorale.

Felici anche i sindacati: l’azienda non funziona, la tieni viva con la flebo, poi però denunci salari stagnanti, frutto di una produttività che non cresce, in una negazione costante dell’evidente collegamento tra produttività e salari.

Produttività che non crescerà mai se chi lavora male non fallisce a forza di aiutini pubblici, finanziati tramite le imposte estorte alle aziende realmente produttive.
Un circolo vizioso, che solo un profondo cambio di paradigma può spezzare.

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