Fu davvero cosa buona e giusta la riunificazione tedesca?

La riunificazione della Germania ha rappresentato l’evento centrale degli ultimi 30 anni nel nostro continente anche perchè stata sia causa che conseguenza della nascita della UE. Nel 1990 appena caduto il muro le due Germanie non erano ancora riunite, difatti la compagine tedesca di calcio vinse la finale mondiale a Roma come West Germany e senza i giocatori dell’est. In realtà in quei mesi nessuno pensava ad una riunificazione cosi veloce. Si parlava di federazione, cinque anni di transizione o addirittura di mantenere l’indipendenza della Germania Est, che però era collassata su stessa da un punto di vista economico travolta da una inflazione parossistica che levò qualsiasi valore al marco orientale. Insomma vedere l’anno dopo festeggiare la riunificazione dei tedeschi in un unico stato non era certamente nella testa di molti. Eppure come succede quando si affrontano periodi storici di intensa transizione, in questo caso quello tra la modernità e la globalizzazione, tutto può succedere: gli eventi si susseguono con velocità inaspettata e ciò che appariva impossibile o quasi mesi prima poteva diventare realtà poco tempo dopo. E questo fatto lo comprese bene l’artefice della riunione tedesca: Kohl, figura di spicco della politica tedesca da sempre ed a quel tempo cancelliere, che sia per spirito patriottico sia perchè comprese che poteva passare alla storia come il Padre della Nuova Germania ( quindi mosso da una motivazione anche individuale, divenire una “leggenda”) diede inizio al percorso che in poco tempo doveva portare alla cosidetta “riunificazione”. Tra virgolette però perchè non si trattò di riunificazione ma di annessione in quanto, contro il parere di tutti gli economisti di governo e contro sopratutto quello della banca centrale di Bonn, Kohl decise di instituire la parità tra le due monete tedesche quando invece il cambio era non tanto a poco ma tanto a nulla. Cosi l’operazione ebbe dei costi esorbitanti: si calcola 1300 milioni euro, pagati dai cittadini dei lander occidentali in maggior parte ma anche dalle altre nazioni europee. Ognuna diede il suo contributo, tra cui quello maggiore fu da parte dell’Italia con 40 miliardi. Questo poteva funzonare solo con un presupposto: la creazione della Unione Politica Europea e cosi nacque la UE che prima del 1991 non esisteva in quanto c’era solo la politica economica rappresentata dalla CEE. Molto probabilmente senza l’idea di Kohl non ci sarebbe mai stata la UE per come la conosciamo oggi noi ma sarebbe rimasta l’unione economica, Schengen e qualche grimaldello politico per garantire il sistema, ma nulla di più. Quindi la annessione dell’est da parte dell’ovest nonb è stato di sicuro un buona affare per gli euroscettici, tra cui il sottoscritto. Ma la cosa più importante è un’altra: lo fu per cittadini dell’est? Quali sono i risultati ad oggi? A guardarli cosi sono impietosi: delle 500 aziende tedesche solo 17 sono nella parte che una volta era territorio della DDR, l’immigrazione è massiccia tanto che negli ultimi trent’anni un quinto della popolazione si è spostata da est ad ovest. Cifre anche superiori a quelle italiane “nord-sud”, politicamente l’ex DDR vede come primo partito la Linke, cioè i socialisti che sognano il ritorno ai vecchi tempi, insieme all’estrema destra che sfonda nelle aree più marginali e povere. Nota di colore, riparlando di calcio, che fa capire un po tutto alla fine: nella Bundesliga non c’è una squadra dell’ex DDR. L’unica città rappresentata è Lipsia la cui squadra però non è quella tradizionale ma una invenzione commerciale della Red Bull nata dieci anni fa o poco più. Insomma nel calcio l’unico successo della Germania dell’est è proprio l’unica isola di Ovest al suo interno. Forse sarebbe stato meglio col senno di poi che la DDR si fosse evoluta in una socialdemocrazia di stampo scandinavo, ne aveva le possibilità in quanto era counque tra i paesi del patto di varsavia quella più industrializzata. Qualcuno potrebbe dire che ormai è andata cosi ma la storia, come detto in precedenza, nei momenti di crisi ha degli sviluppi impensabili. Considerando che i lander piu ricchi, tra cui spicca la Baviera, da anni si stanno opponendo ai trasferimenti di ricchezza verso Est perche ritengono il residuo fiscale a loro svantaggio come anacronistico, il futuro sembra incerto. Staremo a vedere, con curiosità.

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