Riceviamo e pubblichiamo volentieri un accorato appello di una prof stanca della gestione pubblica COVID dove un concerto di Vasco Rossi viene reputato meno a rischio di una lezione a scuola.
Buongiorno, mi chiamo Federica, sono una Docente di Scuola Secondaria di Primo Grado (o più semplicemente Scuola Media) e in questo testo voglio raccontare perché da lunedì 23 Maggio 2022 ho scelto di non utilizzare la mascherina a scuola.
Già da tempo mi ero fatta alcune domande:
1. Perché noi lavoratori della scuola e i nostri alunni siamo gli unici in Europa ancora costretti ad indossare la mascherina?
2. Perché durante la ricreazione, che facciamo all’aperto, dobbiamo indossare questo dispositivo?
3. Perché i ragazzi devono stare anche 8 ore consecutive con la mascherina addosso, abbassandola solo per mangiare?
4. Perché se facciamo una cena di classe in pizzeria — quindi un ambiente chiuso con le stesse persone che ci sono in aula — possiamo stare tranquillamente seduti fianco a fianco per ore senza mascherina, mentre a scuola no?
5. Quanto male ha fatto e quanto male sta facendo ai nostri studenti l’utilizzo prolungato e continuativo di questi dispositivi?
Francamente non ci vedo alcun senso: ritengo che questa normativa sia non solo illogica, ma anche inutile e nociva per la salute. Questo non è solo il mio pensiero ma, come saprete anche voi, ci sono diversi studi scientifici che lo confermano (solo per citarne alcuni https://www.mdpi.com/1660-4601/18/8/4344/htm – https://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0009/276624/School-environment-Policies-current-s tatus-en.pdf – https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2022.04.04.22272833v1).
Quando ho visto le foto di Draghi — e Zaia con lui — entrambi senza mascherina durante la visita del 20 Maggio 2022 in una scuola del veronese, ho sentito la responsabilità e il dovere di fare qualcosa in prima persona per realizzare quel cambiamento che desidero vedere nella Scuola: non posso più pensare di adeguarmi ad un obbligo che non condivido, e intendo fare la mia parte, nel mio piccolo, contro questa ipocrisia.
Sono un’Insegnante di Educazione Fisica, credo fortemente nel valore della Salute e del benessere psico-fisico e parlo di Salute e Benessere ai ragazzi perché questi temi sono inseriti in uno dei nuclei fondanti della mia Disciplina, così come indicato dal MIUR (citando testualmente “salute e benessere, prevenzione e sicurezza”). Ho scelto il mio lavoro proprio perché voglio trasmettere questi principi agli alunni, in modo che possano farne tesoro e metterli in pratica nella loro vita.
I miei ragazzi mi dicono che ormai si sono abituati ad usare la mascherina e che, anzi, in molte occasioni sono contenti di potersi “nascondere dietro questo piccolo scudo”, alcuni ne sono diventati proprio dipendenti — qualche settimana fa una di loro mi ha detto “Prof io senza mascherina mi sento nuda” (ragazzina di 11 anni in seconda media). Non potevo più fare finta di nulla, o semplicemente tenere la mascherina sotto al mento e “aggirare la Legge” tirandola sù all’occorrenza per non avere problemi, come fanno in tanti.
Da lunedì 23 Maggio 2022 ho scelto di entrare nell’Istituto Scolastico e di fare lezione senza mascherina. L’ho fatto per coerenza verso me stessa e per essere d’esempio ai ragazzi, consapevole delle ripercussioni che avrei potuto subire.
Mercoledì 25 Maggio il Dirigente Scolastico mi ha allontanata da Scuola: mi è stato detto che posso rientrare solo se indosso la mascherina e smetto di portare avanti questa “battaglia” — «in fin dei conti Professoressa, mancano solo pochi giorni alla fine della Scuola, non preferirebbe stare con i suoi alunni?»
Sì, preferirei stare con i miei ragazzi, ma non lo farò con la mascherina davanti alla bocca, perché si tratta di difendere la mia e la loro salute psico-fisica e, soprattutto, di dimostrare con l’esempio che quando si crede fortemente in qualcosa, quando questa cosa è veramente importante per noi, è nostro dovere arrivare fino in fondo, anche a costo di subire procedimenti disciplinari, o di finire sotto processo rischiando addirittura di perdere il posto di lavoro.
So di non essere sola: alcuni colleghi hanno già fatto come me, altri condividono la mia decisione ma non la mettono in pratica, ciascuno per i propri motivi. Sono certa che prima o poi la verità emergerà con tutta la sua forza, e in molti capiranno che il mio gesto era la cosa giusta da fare quando si ha la responsabilità della salute di bambini e ragazzi.
Mi auguro che la mia testimonianza possa aiutare chi ancora si sente piccolo, solo ed impotente di fronte alle Istituzioni a trovare la forza e il coraggio di agire rispettando ciò che sente giusto nel cuore.
Con affetto e sincerità,
Prof.ssa Federica Valente.
Comments 1
Grazie per aver condiviso la mia lettera QQ. Sono fermamente convinta che se tutti insieme, oltre a DIRE “basta” iniziamo ad AGIRE questo “basta”, le cose cominceranno a cambiare.