Il Manifesto

Liberi, Autonomisti, Occidentali

Il mondo si è ribellato nei confronti del capitalismo e più in generale del liberalismo. Il grande fautore del benessere che noi tutti sfruttiamo oggi è diventato la causa dei grandi malesseri del genere umano: iniquità sociale, ecosocialismo, razzismo. In Italia ciò si è riflesso verso un apparente sorpassamento della dicotomia destra-sinistra, contenitori politici ormai svuotati delle loro ideologie originarie, con una direzione chiarissima: la degenerazione del welfare state verso lo stato assistenzialista. Il vortice che ne risulta porta inevitabilmente a più tasse, più spesa, più debiti, in una rincorsa del consenso politico comprato a colpi di regalìe che appiattisce il dibattito politico su una singola domanda: quanti soldi mi dai?
Serve un cambio di rotta per evitare di restare indietro mentre il mondo va avanti. L’unica via è reinventare di sana pianta la partecipazione politica delle persone che hanno a cuore la libertà. Non può più essere sufficiente parlare di governo limitato, meno tasse e libero scambio. Bisogna considerare gli squilibri nati con la globalizzazione, la riforma tecnologica, la specializzazione del lavoro che taglia fuori dalla forza lavoro ampie fette di popolazione. La risposta, come sempre, non è nello Stato, ma le domande poste da questi profondi cambiamenti meritano di ricevere delle risposte chiare e concrete.

 

I quattro pilastri

Il centro di tutto, però, rimane l’individuo, che è la minoranza ultima da preservare.
Per parafrasare Ayn Rand, l’uomo politico ideale non esprime la terza via tra capitalismo e socialismo (cioè destra o sinistra economica), ma cerca di superare le limitazioni che entrambe queste metodologie presentano oggi dopo centinaia di anni di applicazione nei governi del mondo, con risultati alternativamente positivi o negativi. Noi proponiamo agli affiliati a Quarto Quadrante di abbracciare quattro grandi assi portanti dell’agire – No allo statalismo, Libero mercato, Federalismo, Atlantismo – che identificano la nostra area politica di riferimento in modo da poter ragionare assieme per tematiche e non per ideologie spicce. Noi vogliamo partire dai fatti per arrivare ai fatti, tralasciando la teoria ma utilizzando un metodo che è quello innovativo, pragmatico, inclusivo e plurale di #QQ. 

 

Primo pilastro: basta allo Stato chioccia

Se il rosso è lo stato sociale e il blu è la libertà economica, la loro somma dà il viola: noi non neghiamo che lo Stato debba esistere; non neghiamo che sia intrinsecamente sbagliato lasciar morire qualcuno perchè non può permettersi di provvedere a se stesso, ma non neghiamo neppure la necessità di ridurre l’espansione dello stato, ipertrofico Moloch che si è spinto ben oltre le competenze che è tenuto ad avere. Poco Stato, se serve, quando serve. 

In Quarto Quadrante crediamo nel lavoro per la rinascita, rifiutiamo la soluzione occupazionale assistenziale che vuole scambiare voti per posti da dipendente pubblico. Friedrich Von Hayek, un economista austriaco, ci ricorda che la strada per la schiavitù è quella dello statalismo. Un suo collega, Murray Rothbard, che la libertà dalla schiavitù proviene dal rifiuto di servire: e non avevano forse ragione? Un sostenitore di Quarto Quadrante concepisce il lavoro come produzione di ricchezza, non come privilegio attraverso cui si ottiene un vitalizio.

Secondo pilastro: la libertà

Quarto Quadrante difende la proprietà privata e il libero scambio come relazione spontanea tra uomini, inscindibile dall’esercizio empirico delle libertà personali del cittadino. Lo difende -ci teniamo a aggiungerlo- senza sottrarsi alla riflessione critica sul problema nuovo del capitalismo multinazionale: è giusta la disparità fiscale cui assistiamo? È opportuno che, forse per di non rischiare di essere assimilato a un anticapitalista qualunque, un membro di Quarto Quadrante ignori un tema in realtà fondamentale e problematico per chi voglia una classe imprenditoriale italiana forte? Anche su questo siamo pronti a una riflessione laica e critica, senza paura di mixare la nostra inclinazione verso la società aperta al realismo per la difesa dell’interesse nazionale, non certo nel senso dei vecchi nazionalismi machisti e autarchici ma certamente con la pretesa che le condizioni normative e fiscali dei concorrenti economici siano uguali esattamente perché nella concorrenza possibile noi crediamo. 
La politica italiana lascia a se stessi gli imprenditori, gli autonomi, le piccole imprese. Figli di serie B, perchè non votano quelli “giusti” e pretendono uno Stato efficiente anzichè farsi gli affari loro. Ignorati fino a quando non è ora della poppata tramite F24.
#QQ è vicino alle categorie non garantite – anzi, ne sono pilastro fondante. Uno Stato che rispetti la parola data, che sia talmente tanto occupato dalle attività che sono sotto la sua responsabilità da non avere il tempo materiale di ficcare il naso all’interno delle aziende.
E deve farlo in modo efficiente: si può far impresa se il 60% di quello che viene prodotto viene bruciato in spesa pubblica improduttiva? Noi sposiamo appieno la massima di Winston Churchill: “Alcuni vedono l’impresa privata come una tigre feroce da abbattere. Altri la vedono come una mucca da mungere. Non abbastanza persone la vedono come un robusto cavallo che traina un solido carro.” Un tetto al prelievo fiscale in Costituzione, costi standard e tanta trasparenza, di modo che ogni cittadino possa controllare come viene speso ogni singolo centesimo che dà allo Stato dal PC di casa sua.

Terzo pilastro: la sussidiarietà ed il federalismo

Quarto Quadrante vuole un’Italia che riscopra i suoi localismi: la società ha come base fondante l’individuo, che esprime la sua socialità prima di tutto con coloro che sono più vicini a lui. Il sistema attuale, dove decisioni che possono cambiare la vita di migliaia di individui vengono prese da grigi burocrati a migliaia di chilometri di distanza, va riformato.
Nessuno meglio di chi abita sull’argine di un fiume sa quando è giunto il momento di dragare; solo chi passa ogni giorno su una certa strada sa quando bisogna rifare il manto stradale. Per questo è necessario riscoprire un valore marcatamente Europeo ed Occidentale, quello della sussidiarietà: la responsabilità dell’agire dev’essere dell’ente più vicino al cittadino. Questo non solo per garantire efficienza, ma anche per generare competizione tra i territori, quella competizione che esiste tra gli Stati USA e che mantiene a bada la fame insaziabile di potere del centro. Federalismo che è anche responsabilizzazione dell’individuo: votare in modo irresponsabile ha come primo risultato il degrado e la cattiva amministrazione nel proprio territorio. Basta, quindi, a politici che prendono i voti in un territorio e poi dragano risorse in un altro: chi vota paga, e chi spende viene eletto da chi paga.

Quarto pilastro: Occidentali, per necessità

Quarto Quadrante rifiuta l’indifferentismo del dibattito attuale sul nostro posizionamento internazionale e culturale. L’approccio italiano al dibattito internazionale, di non prendere mai le parti di nessuno ma di stare un po’ con tutti, è un approccio che ostacola gli onesti e facilita i prepotenti.
C’è chiaramente una parte giusta ed una parte sbagliata della Storia; Stati che soffocano la libertà dei propri cittadini, che impediscono i processi autonomisti dei propri territori, che usano la violenza come sostituto al dialogo nella risoluzione dei conflitti, sono e saranno sempre nostri avversari. Per questo, l’unica collocazione che ha un senso per QQ è quella atlantista – in Europa, con l’Europa, guardando ad Occidente.
Senza mai negare il dialogo a chi lo chiede, ma fermi su quei principi non negoziabili che sono la libertà, la vita e l’autodeterminazione dei popoli.

 

Quarto Quadrante è tutto questo. Siamo convinti che, leggendo queste righe, sicuramente avrete trovato qualcosa che non vi trova d’accordo.
Ma il punto è proprio questo: siamo stanchi delle divisioni per manierismo ideologico, dei movimenti da zero virgola, di mille simboli e mille denominazioni che non servono a nulla se non a portare dissenso all’interno del mondo liberal popolare.

Crediamo nel fare, nel Bene, e nel fare bene.
Siamo disposti a sporcarci le mani per cambiare il mondo.

E voi?

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