Il sofagate è l’arma del femminismo

(di Massimo Ronzani)

Ormai siamo entrati in una epoca dove si vede sessismo in tutto ciò che ci sta attorno e anche un palese errore di protocollo diplomatico lo si fa passare per insulto sessista del maschio alfa, brutto e cattivo.

Apriti cielo quindi. Ursula Von der Leyen attende in piedi l’avvento della poltrona, mentre Charles Michel e il padrone di casa Recep Tayyip Erdogan sono già seduti incuranti della cosa. Aggiungerei giustamente, dato che non è compito loro organizzare i dettagli dell’evento. La Presidente della Commissione europea viene messa a sedere sul sofà, collocato appena sotto alla destra di Michel, con fronte opposto su divano uguale il Ministro degli Esteri turco Cavusoglu. Piccola osservazione: in alcune foto girate nei giornali il ministro degli esteri viene tagliato, questo a prova della serietà della polemica messa in atto. Nessuno è stata messo nello sgabuzzino e Von der Leyen non aveva fronte a sé Topolino. Certo, possiamo discutere che lei non è pari grado, ma “superiore” ad un ministro degli esteri. Questo conferma solo l’errore di protocollo (incontro 2+2 invece che 3+1), non di certo il sessismo nei suoi confronti.

Eppure, quando si prepara una visita tra capi di Stato ci sono sempre due parti coinvolte che decidono insieme come si svolgerà il lieto evento: da una parte il protocollo dell’ospitante, in questo caso quello turco, dall’altra il protocollo dell’ospitato, organizzato per l’appunto dall’ambasciata della delegazione ospite (è gente pagata dallo Stato/UE per fare questo, non viene chiesto a loro l’esplorazione su Marte!). L’ambasciatore, ma sarebbe meglio dire campo della delegazione dell’UE in Turchia, è Nikolaus Meyer-Landrut, tedesco, già ex ambasciatore in Francia e noto ex consigliere della Merkel. Difficile che suddetto Landrut non conoscesse nei minimi particolari i dettagli di questo incontro, come è evidente che lo abbia avvallato senza tanto indugiare, nei modi che poi abbiamo visto tutti. 

Quindi la realtà delle cose è che sarebbe bastata una richiesta di parità di trattamento per le due cariche europee e sarebbero state date comodamente due poltrone alla destra e alla sinistra del capo di stato turco. Fine. Se proprio si deve cercare un colpevole per questo spiacevole equivoco si vada da altri e non di certo da Erdogan, che di queste cose non gliene può fregar di meno e va criticato per altri contesti, come ricordato dall’ex ambasciatore d’Italia in Turchia Carlo Marsili

Von der Leyen poteva andarsene? Ha ribadito lei stessa che era molto più importante il contenuto dell’incontro rispetto a tutto il resto. Bene e meglio così per l’interesse della nostra comunità (forse!). Michel doveva alzarsi e farle posto? Per quale motivo avrebbe dovuto farlo!? Egli comunque è il primo rappresentante dell’UE a livello internazionale. La galanteria avrebbe fatto comunque notizia, perché ormai si passa per sessisti se si è galanti nel formale, ma soprattutto decisamente scortese rialzarsi e andarsene dal proprio posto davanti al capo di Stato che fa gli onori di casa. A quel punto Michel che si alza e lascia posto alla Von der Leyen avrebbe fatto solo peggio (la figura da pollo ormai era ben fatta). Erdogan si doveva scusare del disguido? Erdogan non è persona che si scusa per le sue azioni, figuriamoci per le colpe non sue. Tantomeno per un fatto che non sussiste dal suo punto di vista. L’ultimo che possiamo criticare.

Si è trattato di uno spiacevole equivoco dovuto sicuramente alla superficialità degli organizzatori europei, in parte anche di quelli turchi. Ammesso che qualcuno abbia mai pensato e richiesto di parificare il trattamento (chiaramente non è stato fatto!), fossero stati due uomini più un altro in questa circostanza, sicuramente non avremmo saputo nulla di questo incontro. Non avrebbe fatto notizia come giusto che sia, o meglio non in questi termini!

Per concludere: la diarchia è cosa da Impero Romano (per altro verso il tramonto) ed esiste solo a San Marino e ad Andorra, quindi già che ci si trova in tre capi di Stato e non in due tocca cambiare i protocolli. Ammesso che uno abbia una richiesta, deve pur sempre fare domanda se vuole che la richiesta venga accolta. Non è questione di sessismo, è solo un principio base delle relazioni. Quindi è il caso di dire che “Chi è causa del suo mal pianga sé stesso”, ma rende molto di più un’espressione veneta un po’ diversa: “Descanta bauchi, sveja macachi”. Pace.

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