di Andrea Caudera
I meme sono la nuova frontiera della comunicazione: brevi, diretti, immediati, sottili a volte, giungono a bersaglio con un misto di incongruità, tra lo scritto e l’immagine che lo accompagna.
E proprio a partire da un meme, uno dei tanti che mi giungono, e che mi è stato recapitato da un caro amico, parto con una breve riflessione sul perché la Pasqua del Cristo e l’approccio del Cristo, e dunque di Dio, all’uomo sia fortemente individualista.
Il meme ritraeva Cristo e Pilato e recitava:
Rendere libero Barabba non ha senso, finchè non realizzi che Barabba sei tu.
Potrei fermarmi qui, a queste parole, così accostate, che parlano con immediatezza ma per il bene dell’articolo stesso, aggiungerò qualche piccola riflessione.
Cristo liberamente dà a tutti gli uomini che incontra, ciascuno con le proprie manchevolezze, in modo unico ed irripetibile; poiché se per legge di natura, che è bene ricordarlo è legge divina, ciascun essere umano è costituito unico, allora anche il modo di salvare del Cristo non può che essere esclusivo per ciascuno di noi.
Non solo a Barabba restituisce la sua libertà, ma a Pietro rende la sua buona volontà (ahimè non così solida come vorrebbe egli stesso), e persino a Giuda quando gli pone in bocca un boccone di misericordia durante la cena.
L’incontro con Cristo rivela a noi stessi la nostra vera natura: e in ciò che è bene e viene da Dio e, soprattutto, in ciò che questo bene limita e soffoca e viene dal peccato. Così, ad esempio, si salva il buon ladrone confessando a sé e al Dio in croce che sta al suo fianco, come effettivamente stiano le cose: “Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male” ed aggiunge “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. L’incontro col Cristo dunque illumina come dice Giovanni nel prologo del suo Vangelo: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.”; l’ombra però è la nostra e ciascuno ha la sua propria. La scelta di riconoscere ciò e muovere oltre ciò, verso la Bellezza, la Verità e la Giustizia che è Dio sta però a noi di farlo. Nel Suo Cristo Dio si fa vicinissimo all’uomo ma non lo prevarica mai, Dio si propone ma non si impone, bisogna cioè che illuminato da quella Luce l’uomo pronunci il proprio libero e incondizionato Sì che conduce al Sommo Bene che è effettivamente per tutti.
Così anche per le cose più basse, che pure vengono dalle mani e dal cuore dell’uomo, un bene comune che sia duraturo, si realizza a partire dalle scelte di ciascuno di noi che liberamente scegliamo di cercarlo e realizzarlo illuminati da quella Luce che rimanda al Sommo.
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