La Scienza di Lysenko e Stalin: storia di un regime che fallì con lo scientismo

di Luigi Iadicola & Francesco Lamberti

I marxisti sono noti per voler mostrare l’approccio scientifico marxista. Essi ritengono che l’economia sia una scienza influenzata dalla borghesia: ma non sono solo i marxisti ad essere scientisti, anche i nazisti strumentalizzavano la scienza per farla aderire ai princìpi del razzismo. Nel passato possiamo trovare vari riferimenti di come la scienza è sempre stata duramente colpita: un esempio che conoscono tutti è il processo di Galileo Galilei, a Roma nel 1633, per aver sostenuto l’eliocentrismo. Possiamo dire che quando lo Stato s’intromette nella scienza, che sia economica o che sia fisica, questa viene oppressa. In quest’articolo vi racconterò una storia poco nota accaduta in Unione Sovietica durante il periodo stalinista.

Tutti noi sappiamo che l’Unione Sovietica fu un regime socialista. In questo regime la proprietà privata fu abolita: molti economisti tra cui citiamo Ludwig von Mises, Carl Menger o F. Bastiat hanno confutato le teorie marxista. Ludwig von Mises, ad esempio, nel 1920 pubblicò un saggio economico intitolato “Il calcolo economico nello Stato socialista” [1].

L’ideologia socialista ritiene, infatti, che il mercato libero, alias “capitalismo” sia l’origine del male: in verità il libero mercato non è nient’altro un sistema dove i consumatori sono liberi di scegliere. Certo, detto così è riduttivo: l’argomento è più complesso, vi sono numerose pagine con litri d’inchiostro che hanno cercato di descrivere cos’è il libero mercato. Si fa prima a dire che l’antagonista del libero mercato è il mercato pianificato dove i consumatori non possono essere soddisfatti dal mercato. Anche qui, però, chi non è a conoscenza del mero libero mercato non comprende cosa sia e cosa significa vivere con la presenza di uno Stato interventista. Prendiamo ad esempio una teoria della scienza economica: il sistema dei prezzi. In presenza di uno Stato che pianifica i prezzi, abbassandoli, aumenterà la scarsità. Ogni produttore svolge la sua produzione in cambio di un reddito ma se questo sarà troppo basso, il produttore si indirizzerà a produrre merce diversa. Ecco che dall’altra parte i consumatori saranno insoddisfatti anziché serviti dal produttore. 

Ciò che rende grande la scienza sono le grandi menti che la rappresentano come Albert Einstein, Maslow, James Watson e Francis Crick, e tanti altri. Questi uomini non erano persone dogmatiche, non avevano cioè la necessità di un potere superiore per additare i propri detrattori come “nemici del popolo” o nemici della scienza. A questo pro, molti utilizzano la nota frase che recita: “la scienza non è democratica” travisandone il significato. Gli studi scientifici necessitano di confutazioni per essere migliorati: una teoria deve essere sostenuta da ipotesi coerenti e prove. Al contrario, una teoria scientifica non necessita della censura delle opinioni altrui, pertanto si può facilmente concludere che la scienza necessita dei dubbiosi per sfamarli.

Fatta questa doverosa premessa, veniamo alla storiella sovetica.

In Unione Sovietica uno scienziato credette veramente che le confutazioni fossero obsolete e che tale materia fosse appannaggio solo di chi concordava con l’ideologia del regime perché unica verità. Stiamo parlando del deputato dell’Unione del Soviet Supremo dell’URSS, Trofim D. Lysenko: un forte promotore delle teorie del lamarckismo e soprattutto dell’eredità delle informazioni nell’evoluzione dell’uomo. Ossia la teoria di impronta neolamarckista [2].

Non fu solo l’Unione Sovietica a sostenere la teoria lamarckiana ma anche nell’Occidente libero: ci fu un anche biologo nato a Vienna, tale Paul Kammerer. Il biologo nel 1920 affermò di aver trovato prove sufficienti per sopportare il lamarckismo, utilizzando dei rospi. Oggigiorno l’ipotesi lamarckiana suscita ancora parecchi dubbi [3]: altri scienziati ritengono che i risultati siano fraudolenti o nella migliore delle ipotesi errati. Alcuni ritengono che vi siano stati dei sabotaggi negli esperimenti: all’epoca una teoria simile poteva essere di grande aiuto nelle teorie socialiste poiché il socialismo sosteneva teorie dell’evoluzione dell’uomo con il comunismo arrivando a dire che la natura umana si sarebbe adattata al comunismo. Secondo le ricerche della dott.ssa Gladwyn Kingsley, zoologa e premio Nobel, si scoprì che si era davanti a un tipico fenomeno di cherry-picking: le prove prodotte erano un raggiro per affermare le teorie lamarckiane [4]

Siccome il lamarckismo è una scienza che, in qualche modo, approva il socialismo, Josef Stalin approvò questa teoria come unica e vera: questo rese l’agronomo e biologo Trofim Lysenko un intoccabile e inattaccabile dalla scienza. Queste teorie scientiste sostenute dello statalismo sovietico portarono il regime ad errori catastrofici: il grano dell’Ucraina venne allocato in Siberia credendo che prima o poi tale terra gelida potesse far nascere un grano resistente al freddo, rendendo la Siberia una zona agricola. 

A differenza del regime sovietico, l’Occidente riuscì a confutare il “Lysenko dell’Occidente” ossia Kammerer. Nel regime sovietico la scienza divenne stagnante, ferma con casi di censura metodologica subita da vari scienziati contrari all’ideologia del regime. In URSS, invece, l’unica teoria evolutiva poteva essere solo il lamarckismo, permettendo a questa teoria di dominare in lungo e in largo. Tutti coloro che diedero contro al nuovo sistema di produzione agricola vennero considerati come disertori. Solo oggi Lysenko viene considerato come il peggiore tecnico/scienziato in un governo di un paese [5].

Allontanare lo Stato dalla scienza è importante per non cadere nello scientismo. In fondo sono questi gli effetti dell’idolatria dello Stato: vedere il sovrano del regime come unica fonte di verità, cioè come l’unica persona in grado di approvare una teoria e parallelamente validarla. Ne evince quindi che nei regimi mancando il contradditorio le informazioni sono stagnanti o ripetitive, creando quindi disinformazione.

Ciò non sarebbe mai accaduto in un Paese libero, dove l’informazione circola liberamente. Coloro che avessero seguito le linee guida di Lysenko nel capitalismo avrebbero fallito per improduttività.

Note.
  1. Karl Marx sostenne il valore intrinseco della merce, dunque per conseguenza era la forza-lavoro utilizzata a creare valore. Secondo Karl Marx il lavoro di ogni persona è equivalente a qualsiasi altro lavoro: sono le ore di lavoro e il numero di braccianti a definire il valore della merce. Secondo Karl Marx quindi non sono i consumatori a decidere il valore e l’utilità della merce, il valore di scambio, etc., ma è la merce ad avere un valore per la sua composizione.
  2. Il lamarckismo è una teoria nata dal biologo francese Jean-Baptiste Lamarck. La teoria dell’Eredità Lamarckiana è in contrapposizione con il Darwinismo. Difatti, la prima teoria sosteneva che ogni essere riceve delle informazioni dalla natura e queste vengono ereditare alla generazione successiva.
  3. Pubmed – Did Paul Kammerer discover epigenetic inheritance? No and why not. 2010
  4. Secondo la dott.ssa si trattava di iniezione di inchiostro. Naturavolume 118, pagine 209 – 211 ( 1926 ).
  5. Nel 1940, Trofim Lysenko ha usato la sua influenza politica e il potere per sopprimere opinioni dissenzienti e screditare, marginalizzare e imprigionare i suoi critici, elevando le sue teorie anti-mendeliane allo stato di dottrina autorizzata. Una delle teorie di Lysenko fu quella di piantare i semi il più vicino possibile tra loro poiché appartenevano ad una “classe” e dunque non avrebbero mai lottato tra loro per nutrirsi.

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