C’è moltissimo da imparare dalla kermesse di quest’anno, e nessuna di queste attiene alla sfera canora di cui ovviamente non tratterò. Vediamo il dettaglio.
La democrazia va limitata, ma il libero mercato vince sempre. Il podio di Michelin/Fedez è clamoroso. Diciasettesimi ieri mattina, grazie alle 17 stories della moglie di Fedez – l’influencer più famosa del pianeta, Chiara Ferragni – che, a un’ora dalla fine del televoto, ha chiamato a raccolta i suoi follower per spingere in alto la performance (oscena) del marito stravolgendo la classifica generale e portando la coppia tra i primi 3 e giocarsi il podio finale. A me sta manovra ha ricordato molto i tweet di Musk per Dogecoin, o l’affare Game Stop di pochi giorni fa. Cosa ci insegna questo? Che l’uomo forte ha sempre fascino nelle persone e che il potere del popolo bue è potentissimo. Non per niente la piattaforma Rousseau sposta decine di voti in Parlamento e una riforma della legge elettorale ormai è fondamentale per evitare la dittatura della maggioranza ipotizzata da Tocqueville. Come si evita tutto questo? La RAI ha regalato un regolamento che sarebbe una splendida legge elettorale: nella finale a 3 il televoto viene diluito tra sala stampa e giuria demoscopica, una sorta di Senato che deve stabilire se la camera bassa ha avuto un colpo di sole oppure no. In questo modo Fedez non ha addirittura vinto. In Parlamento mantenendo il ruolo aristocratico del Senato migliorando la qualità politica dei senatori, cosa necessaria oggi che la riforma di taglio di rappresentanza è realtà. La democrazia va quindi limitata, ma la rappresentanza va resa di più alto livello.
Il pubblico può essere efficiente, nonostante tutto. La RAI ha dimostrato di poter competere ad alti livelli in ambito di show. Ormai sono anni che Sanremo raccoglie a piene mani dai vari talent (anche e sopratutto) dalle TV private senza spocchia di superiorità, anzi imparando. E’ sicuramente merito della De Filippi che anni fa ha dato un piglio diverso alla kermesse ligure facendo capire che è il consumatore che sceglie le mode, non il contrario. Ben vengano i soldi spesi per un servizio pubblico di questa qualità, e chi non lo capisce non solo è un boring radical chic, ma è totalmente esterno alla attualità. Poi il giorno dopo c’è Domenica In e ti ricordi perché vuoi privatizzare la RAI ieri..
I concerti in sicurezza si possono tenere, alla faccia dei comunisti. Speranza e Franceschini hanno brutalizzato il festival, mortificandolo togliendone il pubblico. Amadeus ha alzato le spalle e poco male perché “the show must go on” e assieme a Fiorello hanno prodotto un capolavoro artistico che non ha eguali nel mondo durante questa pandemia. C’è da vergognarsi ad avere governanti del genere, e c’è da rallegrarsi per avere artisti di questo calibro. Leggetevi il testo di Peyote (“Riapriamo gli stadi ma non teatri né live/
Magari faccio due palleggi, mai dire mai”): mi pare di giudicare gli sportivi della DDR.
La libertà è il cardine dell’uomo. Achille Lauro e Ibrahimovic hanno dato lezioni di alta filosofia liberale, forse un po’ naive ma pratica: l’uomo è un animale sociale, fallace, e ha bisogno di sfide per migliorare. Senza invidie sociali inutili (“Ibra sono solo io, ma puoi essere anche tu un Ibra”) ma cercando di trovare il proprio limite. L’intervento degli operatori dello spettacolo – a cui va il mio personale abbraccio – esausti da questi mesi senza stipendio è il grido di dolore della società devastata senza la libertà di lavorare e guadagnare. E che si è rotta le palle del Reddito di Cittadinanza e del welfare fine a se stesso.
La politica riparta dai valori di Sanremo.
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