Non è solo l’ennesima boutade dei populisti di destra, o almeno non lo dovrebbe essere. Togliere il tetto al contante (perché mandarlo a 10k euro significa abolirlo de facto) è un segno di civiltà, fiducia, trasparenza e soprattutto di innesco economico. Vediamo perché per punti.
Le sinistre hanno un grosso problema con le esternalità negative. In ambito socio-economico una esternalità si definisce un effetto che un’azione umana ha su un altro soggetto, sia esso vivente o no. L’esempio tipico di esternalità negative sono le emissioni di CO2: siccome l’anidride carbonica è un gas serra, allora va eliminata la fonte, ed ecco spiegato il perché del passaggio a sistemi alternativi (tipo solare e nucleare, ne abbiamo parlato ampiamente con l’Avvocato dell’Atomo tempo fa). Tutto bene quindi? Non proprio. Dato che il solare viene considerato il non plus ultra della sostenibilità mentre il nucleare come la peste bubbonica, quando dati alla mano, sono alla pari se non addirittura meglio il nucleare, almeno confrontabili in quanto ad emissioni nette. Cosa c’entra col contante tutto ciò? Il paradigma è il medesimo: il contante crea evasione, pertanto va eliminato. E’ vero? Risposta secca: no. Risposta complessa: forse. L’unico studio a memoria è una analisi che ha condotto la Banca d’Italia tra il 2015 e il 2017 (tralasciamo il palese conflitto d’interesse ma ok) che ha constatato che (traduco) “un aumento di 1 punto percentuale nell’utilizzo del contante si traduce, a parità di altre condizioni, in un aumento della quota di evaso compreso tra 0,8 e 1,8 punti percentuali, e che la decisione di alzare la soglia del contante da 1.000 a 3.000 euro per aumentare la spesa ha avuto l’effetto collaterale di spostare la stessa quota verso l’alto di circa 0,5 punti percentuali”. Ora io dico: serviva un pippone illeggibile di 20 pagine per arrivare a capire che NON c’è correlazione? Stiamo veramente dicendo che un aumento di qualche percento in un biennio abbia un qualche effetto sull’introito dello stato? Ma ci prendete in giro? Peraltro poi terminano con un bel disclaimer che dice “Siamo consapevoli di alcuni limiti che incidono sul nostro studio, in particolare la difficoltà di controllare tutti i fattori che possono influenzare la propensione all’evasione fiscale.” OK, Banca d’Italia fa gas lighting.
Sono le tasse che alimentano il nero. Se si guarda quel famoso studio, si vede che le zone più colpite dall’evasione sono, manco a dirlo, quelle più povere (ovvero il sud italia). Vuol dire che i meridionali sono cattivi cittadini? Assolutamente no. Significa che se la tassazione è la stessa in tutta Italia chi ha meno possibilità è portato a delinquere. La concorrenza fiscale potrebbe essere una vera cura per il sommerso del nostro paese. Ecco perché il federalismo è sempre la soluzione migliore a tutti i mali: ogni regione attua le specifiche fiscali che ritiene più opportune per migliorare attrattività del proprio territorio.
Il tetto al contante aumenta l’inflazione. Ma quindi è vero o no che il contante aiuta l’evasione? Può essere. Di sicuro avere la valigetta di Rockerduck per pagare lo yacht è un bell’affare, ma poi lo yacht dove lo metti? Va registrato, va assicurato, va di qua e va di là: a nessuno viene in mente come hai fatto a comprarlo? Dove pensi di essere? Quindi qual è il nero che aumenterebbe? Non certo quello dei maxi evasori, quelli non hanno grande interesse a farsi notare dal fisco. Girerebbe di più l’economia nel medio-basso livello, quello del paese reale e ciò non impatterebbe minimamente sull’inflazione (intesa come aumento della massa monetaria perché che siano cash o carte, i soldi a disposizione dei cittadini sono sempre quelli), ma impatterebbe positivamente sui prezzi che scenderebbero perché la quantità di moneta in mano ai singoli è il 20% in più (l’IVA evasa). Ciò comporta un aumento reale del potere d’acquisto dei cittadini che si trovano ad avere in mano la possibilità di fare più scelte d’acquisto. E c’è un altro grosso incentivo: quello del risparmio.
Un tetto al contante sfavorisce il risparmio. Pare un controsenso ma è verissimo: se i prezzi scendono perché l’economia reale è favorita, avere i soldi in mano ti aiuta a capire effettivamente quanti ne stai spendendo. Riduci i finanziamenti con tassi alti (perché ho meno soldi in conto), quindi risparmi sulle spese futili e cambi completamente preferenza temporale. Il vero imprenditore è quello che sa risparmiare, non quello che spende a caso.
Aumenta la responsabilità individuale e la capacità di spesa di una famiglia. Questa è la conseguenza di quanto abbiamo detto sopra: se io ho in mano il mio argento so per certo fin dove arrivo. Capisco quanto posso usare per le spese correnti e quanto posso risparmiare per le ferie estive. E’ un grosso esercizio di educazione civica che tutti dovrebbero fare: mai fare il passo più lungo della gamba come invece le banche centrali con interessi clamorosamente bassi hanno fatto negli anni, portando famiglie a indebitarsi per l’acquisto di case che altrimenti non avrebbero potuto comprare se i tassi non fossero stati negativi.
Il contante è la riserva finale in caso di default. Ecco qua si va sul complotto ma anche no: in Grecia e in Argentina (sopratutto) si sono viste scene in cui le banche si rifiutavano di dare soldi ai cittadini. Perché? Perché se lo stato è insolvente (banalmente non può più pagare i dipendenti pubblici e le obbligazioni verso l’estero) possono partire delle patrimoniali che colpiscono i conti correnti: se questi sono svuotati dove ci guadagna lo stato? Aggiungi che le banche sono a riserva frazionaria e il dado è tratto.
Quindi, in sintesi, l’eliminazione del tetto al contante non è solo un fatto ideologico del “voglio avere soldi in tasca e tu non puoi impedirmelo” che rimane un concetto validissimo, ma ha anche delle esternalità che sono invece positive per tutta la cittadinanza, questo però se ciò viene accompagnato da una fisiologica e benefica riduzione del carico fiscale accompagnata da una ottimizzazione della spesa pubblica.
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