Quel che resta della Scienza

Da scienziato faccio sinceramente fatica a capire che problema hanno i miei colleghi “virologi”. Davvero, senza retorica. Non capisco che credibilità pensano di avere ancora dopo che non ne hanno beccata una. Dal “impossibile arrivi da noi” di Burioni, passando dal “le mascherine non servono a niente”, fino al “il mix di vaccini è dannoso e rende inutile la prima somministrazione”. Boh.

Il tutto parte da distante, comunque. Ovvero dal bisogno immanente dello scienziato moderno di essere un positivista di stampo ottocentesco, con fiducia estrema nei dati scientifici che porta per costruire teorie che possano migliorare le tecnologie esistenti e il progredire dell’umanità. Dov’è il problema quindi? Semplicemente che i dati che la comunità scientifica ha oggi sono tutto fuorché scientifici. O meglio, l’uomo comune moderno tende a confondere tra scienza dura e scienza sociale ovvero tra la disciplina che si può dimostrare con i calcoli e misure sperimentali che portano a costruire modelli teorici che vengono falsificati ricorsivamente (di fatto il metodo scientifico galileiano) e quelle discipline che invece procedono sì per try and error ma che, data l’impossibilità di portare a teorie generali con la dimostrazione sul campo, cercano di dare una spiegazione generale a un effetto particolare, utilizzando un approccio di tipo induttivo.

Bene, la medicina è a tutti gli effetti una scienza sociale, non sottostà al metodo scientifico rigoroso delle scienze dure ma il più delle volte procede per via induttiva: siccome un farmaco cura quel sintomo, allora quella malattia può essere curata con quel farmaco. Mentre nel caso del deduttivismo l’eccezione NON conferma la regola, ma ne falsifica il modello, in medicina può assolutamente capitare che ciò sia ritenuto un outlier, un dato falsato da qualche parametro non valutabile. E’ normale ed assolutamente accettabile per la limitatezza della mente umana, ma non per la mente dello scienziato positivista.

E’ qui l’inghippo: come Newton aveva descritto nel dettaglio il moto uniforme di un corpo in movimento a velocità costante, cosi Crisanti nel 2020 vuole avere la certezza di conoscere il numero esatto di casi di COVID, negando la possibilità di conoscerne solo la distribuzione statistica attorno a un certo centro. Si capisce bene che il positivismo è davvero una brutta bestia: crea distorsioni ideologiche nel pensiero scientifico, rendendo lo scienziato alla stregua di un Super Uomo – un quasi Dio – impossibilitato a sbagliare per bene del genere umano causando previsioni allarmanti sensazionalistiche (“se non fate X, allora si richiude tutto”). Si comprende bene l’atteggiamento farsesco di Burioni che se ne esce con la sua “la scienza non è democratica” nel tentativo di blastare chiunque provi a fargli notare che FORSE non è cosi certa la storia, rispetto a come la racconta. Forse è una parola che non esiste nel vocabolario dello scienziato positivista.

Stamattina a Radio Deejay è intervenuto il tracotante Mario Tozzi, fantomatico influencer scientifico a cui rimando la scientificissima bio presente su wikipedia (vi spoilero che ha H index di un dottorando al terzo anno, ndr), che invoca una sorta di sanzione pecuniaria per chi non è d’accordo col ragionamento scientifico mainstream “perché contribuisce ad aumentare il solco della disinformazione”. Il Trio Medusa, noto gruppo radio/TV progressista che del positivismo ci ha fatto la carriera, rincara la dose con “voi fate quello che volete, ma sappiate che la realtà sta solo da una parte”. Bene. Più o meno le stesse cose che dicevano a inizio secolo gli eugenetisti o i seguaci di Aristotele e Tolomeo sostenendo che la Terra fosse al centro del Sistema Solare, poi si è visto com’è finita. Non è tutto: uno del Trio si chiede come mai non esista una specie di Ministero della Scienza (già, incredibile non lo abbia pensato ancora qualcuno, ma penso che manchi poco), di modo che ci sia una specie di Fauci italiano che faccia da portavoce del modo giusto (e approvato dal Leviatano) di pensare e come ci si deve comportare. Un altro gli fa notare che in realtà c’è già il CTS (quelli del valzer del coprifuoco, ndr) e, in un lampo di lucidità, Tozzi dice “si beh, poi si sono fatti prendere dalla popolarità televisiva e hanno fatto un po’ troppa confusione”. Ridono. Si, grasse risate. Basterebbe ricordare dei continui cambi di pensiero di Fauci che da periodo Trump a periodo Biden è passato dall’essere il più grande sostenitore del virus cinese da mercato al più grande fan incallito del virus da laboratorio, per ridere sul serio lacrime amare. Si sa che il pensiero unico accettabile è quello che viene determinato dai dem: se Biden dice che il cinese è il nemico cattivo da combattere, allora è giusto e doveroso farlo (vedi sceneggiate nel G7 dove per la prima volta la Cina viene demonizzata alla stregua dell’URSS durante la Guerra fredda).

Capiamo quindi che la scienza in tutto ciò non c’entra assolutamente nulla, ma anzi viene strumentalizzata per rendere i messaggi politici più credibili: alla fine dei conti, la storia del titolo di studio che dà verosimiglianza allo statement vale sempre, chi mai metterebbe in dubbio quello che dice un famosissimo medico ospedaliero? Sarebbe da aprire discorsi su come si determina una fake news, ma non ora.

In conclusione, quando senti dire che il mix di vaccini diventa accettabile (perchè AZ non ce n’è più in giro, e non si sa perché) e pure la differente somministrazione per età, relegando gli anziani (over 60) a cittadini di Serie B (ma se AZ vale come gli altri perchè fare sta distinzione di età? misteri) capisci che c’è un goffo tentativo dello scienziato positivista di gestire il rischio, cosa che si è sempre rifiutato di fare sin dall’inizio: bastava essere onesti con la popolazione mondiale ammettendo che i vaccini sperimentali hanno effetti collaterali, che però i benefici sono di gran lunga maggiori dei problemi a breve termine che si conoscono e che nelle fasce anziane è meglio un febbrone che andare in TI.

Sarebbe stato, però, come sostenere che alcuni sarebbero dovuti morire e che altri avrebbero dovuto comunque soffrire: impossibile per chi pensa di avere in mano le chiavi della Natura. Meglio l’ideologia positivista. Poi non lamentiamoci se la gente non si vaccinerà più contro il morbillo o non crederà più alle raccomandazioni del medico di base, perché la Scienza – quella vera, sperimentale, che fallisce e si rialza – purtroppo non avrà più un pubblico.

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