Si, il 2021 è stato l’anno peggiore dell’età contemporanea

No, non è un titolo clickbait, ma una dura e amara realtà. Il motivo è pure semplice: al netto del progresso nella tecnologia, nella medicina, nelle scienze economiche, nelle scienze politiche e nel diritto, gestire in maniera così illiberale a livello planetario una malattia era obiettivamente impossibile. Errori marchiani a ripetizione: punte di totalitarismi non ancora terminate, scienza idolatrata come religione, discriminazione su base ideologica, stampa di moneta che fa prevedere una lunga e dolorosa inflazione, annientamento della medicina territoriale. Si potrebbe andare avanti ore.

La comunicazione come forma di propaganda politica. “Ma come fai a confrontare l’emergenza COVID con le guerre mondiali?! Sei pazzo?” dice il beota di turno. Certo che non si può, come non è possibile sapere chi era più forte tra Maradona e Pelè o tra Ronaldo e Messi e perchè non si può? Perchè sono epoche diverse e/o individualità diverse. E’ OVVIO che i morti della Shoah o le persone mandate a morire in guerra da governanti idioti non sono minimamente confrontabili con i morti da COVID, è ovvio a tutti meno che alla nostra politica però, che ha reso subito bene l’idea della necessità dell’emergenza spacciandola come guerra totale, con i medici come i soldati in trincea sulle Ardenne e i comuni cittadini come i londinesi attaccati dall’aviazione tedesca, e con i messaggi in notturna a reti unificate di Conte tipo le trasmissioni di Radio Londra.

Con una comunicazione del genere, il pazzo sarei io? Testate web, tv e stampa tradizionale prona nei confronti del nuovo governo Draghi/Speranza/Figliuolo e assolutamente contro quello Conte/Speranza/Arcuri, come se fosse cambiato qualcosa: l’unica colpa di Conte è stata quella di non avere avuto i vaccini, aver beccato la leadership casuale del nostro paesucolo nel momento più complicato della sua breve vita e far parte dell’establishment avverso, cioè i senza-lavoro per definizione, i 5 stelle. Ma grosse differenze non ne ho viste: si è passati dai petali viola coi banchi a rotelle di Arcuri alla mascherina all’aperto in zona gialla (per differenziarla dalla bianca eh!) di Figliuolo, una logistic militare d’altri tempi, da far invidia a quella degli spartani.

Da scienza a scientismo è un attimo. La propaganda del virus da sconfiggere con unità nazionale (“andrà tutto bene”) ha spinto velocemente l’opinione pubblica ad accettare i guru della medicina come nuovi profeti: nascono i virologi star. Dapprima sono semplici consigli tematici, poi diventano degli ordini subdoli, per poi agire direttamente per imperativi categorici. Gente che dovrebbe aiutare il politico a capire cos’è un virus, come funziona una pandemica e come si arriva ad avere varianti più o meno contagiose diviene non più il mezzo per produrre conoscenza ma il fine ultimo: ecco che la scienza diviene scientismo, una sorta di religione atea del progressista positivista, infallibile senza alcun limite alcuno. Qua serve una digressione prasseologica, che, di fatto, è il vero motivo del perchè ci troviamo in balìa degli eventi in questo modo.

Le science sociali VS il mondo naturale. Nel libro l’Azione Umana, Von Mises dimostra come esistano ordini diversi nella realtà del mondo: c’è una piramide invertita alla cui base si posizionano la fisica, la chimica e la biologia (il mondo naturale), su cui si poggia il mondo delle scienze sociali (l’economia politica) che viene governato dall’Azione Umana. I due mondi sono legati nel senso che chi sta sopra può capire perfettamente ciò che sta sotto (l’azione umana può conoscere completamente il mondo naturale), ma ciascun mondo non può capire se stesso: questo ha una grossissima implicazione pratica che vedremo tra un attimo. L’altra peculiarità è il metodo di indagine: il mondo naturale è funzionale tale per cui A implica B e pure B è funzione di A, mentre nel mondo superiore (quello sociale) le cose avvengono in maniera imprevedibile, in maniera totalmente apodittica. Se un fisico ha costanti da calibrare nelle sue teorie, l’uomo sociale non ha punti fissi, ma variabili impazzite: si capisce bene quindi che è letteralmente impossibile prevedere l’azione dell’uomo. Chi pensa di poterlo fare (i positivisti) è folle: l’uomo persegue il proprio benessere indipendentemente dalle leggi, dalle coercizioni e dalle proibizioni che subisce. La statistica (e pure l’economia) quindi vanno benissimo per spiegare l’archeologia (ciò che è stato), ma applicare modelli predittivi assoluti sulla base dello storico nel mondo delle scienze naturali va benissimo, molto meno bene in quello delle scienze sociali.

L’errore di Burioni è dire che “TUTTA la scienza non è democratica”. Il metodo di falsificazione di Popper non si può applicare alle scienze sociali, quindi neppure alle medicina. Quando Burioni dice che la teoria di Einstein va bene fino a prova contraria ha ragione (mondo della fisica), lo ha pure quando cerca di capire come un virus attacca un essere umano (mondo della biologia), ma non ha minimamente ragione quando applica questo modello all’epidemiologia che NON appartiene al mondo naturale. Il mondo sociale, quello gestito dallo spirito di imprenditorialità dell’individuo – quello che sfrutta l’individualismo metodologico, NON può essere previsto, non può essere modellizzato, non può essere controllato dall’uomo. E’ una chimera del positivista progressista quella di pensare di sconfiggere per legge qualcosa che non comoda (“ci vuole una legge”), pensando di modificare i comportamenti umani: è talmente semplice come discorso che fa quasi sorridere pensare nella storia per quante volte si è detto “fatta la legge, trovato l’inganno”, basti pensare al proibizionismo statunitense che ha fatto fiorire il mercato nero della mafia o ai green pass fasulli venduti sul dark web.

Senza teoria non si può studiare la storia. Serve apprendere appieno le teorie scientifiche alla base dei funzionamenti dell’economia politica per capire la storia, altrimenti i modelli di interpretazione sono fallimentari (quanti storici ancora danno giudizi positivi al comunismo che non ha mai funzionato una volta?). L’errore metodologico causa crisi, rivolte, diseguaglianze. E’ inevitabile che sia cosi: più si tenta di correggere un sistema che naturalmente porta all’equilibrio tra le parti (attenzione: equilibrio non significa eguaglianza ma significa rapporti di forza mantenuti per un quieto vivere), più si producono sistemi pianificati economici, sociali e culturali, più si produce fascismo.

Il totalitarismo non è solo Hitler. Il Parlamento non legifera più (si va solo per DPCM, perchè lo chiede la sicurezza nazionale), i premier hanno pieni poteri di lasciare a casa le persone impedendogli di lavorare, ma poiché siamo in un’era in cui il reddito pro capite deve rimanere costante, si stampa moneta: un eccesso di offerta di moneta produce inflazione, salgono i prezzi e i salari rimangono invariati, si riduce il potere d’acquisto delle famiglie, si contraggono i consumi, rimangono beni invenduti, le aziende chiudono, le banche non riescono più a rientrare dai prestiti e boom, il sistema collassa.

Di sanitario qui non c’è proprio nulla. Abbiamo quindi una bellissima macedonia di ingerenze: lo scientismo di stato impone che l’unica ancora di salvezza sia il vaccino a cui è legato il lasciapassare per qualsiasi attività sociale, peccato che si abbiano cluster COVID in bolle tipo navi da crociera (capito adesso perché il mondo sociale non si può controllare?), con lo stato che ha tra le mani un potere praticamente infinito che non ha mai avuto dal 1648, data considerata di inizio degli stati nazionali con la pace di Vestfalia.

Ecco perché il 2021 è l’anno peggiore della storia contemporanea. Con l’esperienze delle tragedie politiche e sociali del XX secolo, uno si aspetterebbe che nel XXI secolo si facessero delle scelte più pragmatiche, meno liberticide, invece no. Non c’è luce in fondo al tunnel: il green pass sanitario diventerà green pass per la socializzazione, un po’ come accade già in Cina dove i dissidenti sono portati al pubblico ludibrio in mezzo alle piazze tracciati da droni e telecamere ad ogni incrocio. Da noi ciò è impossibile solo perchè siamo un’economia da terzo mondo, ma sono convinto che parecchi politici lo farebbero domani. E’ questa la modernità che vogliamo?

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