Faccio mia l’analisi del Prof. De Soto (A Scuola di Economia a cura di Francesco Carbone, Usemlab 2012) per poter spiegare meglio l’impatto che hanno le scelte di diritto sulla vita delle persone (come cioè alterano l’Azione Umana misesiana). Senza questi basilari concetti è impossibile comprendere appieno perché le scienze sociali principali (diritto ed economia) determinano la cooperazione sociale. La lettura è particolarmente rivolta a coloro che assisteranno all’evento a Bassano del Grappa (VI), giovedì 31 marzo 2022 “Dalla democrazia alla tecnocrazia: i diritti in pericolo”.
La distinzione principale va fatta tra Legge e Decreto: spesso si legifera per decreti, cioè mandati, come fossero leggi, ma in realtà sono ordini, distorsioni (com’è il caso efferato del green pass italiano).
Si definisce Legge una norma astratta di contenuto generale che si applica a tutti in maniera uguale, senza tenere conto di alcuna eccezione. Non uccidere, non rubare, rispettare la proprietà: queste sono leggi.
Un decreto è un atto legislativo specifico che ordina di assumere certi comportamenti particolari: le leggi amministrative che regolano interventismo economico (pure in tema fiscale) sono mandati.
Avere un sistema basato sulla legge o sul decreto determina processi di cooperazione sociali molto differenti tra loro:
- La Legge lascia a ciascuno di noi la libertà di agire come meglio si crede. All’interno di un quadro normativo costituito dalla Legge, quindi purché non si uccida e non si rubi, purché si rispettino i contratti, possiamo fare ciò che risulta più conveniente. Abbiamo ampio margine d’azione.
- I fini che persegue l’essere umano cambiano. Rispettando il quadro istituzionale della Legge, l’uomo può perseguire i fini a cui ritiene di dar più valore, in maniera assolutamente soggettiva e creativa. Nel caso decretizio, l’uomo deve perseguire i fini imposti dal mandato legislativo: la visione del mondo è plasmata da chi comanda sia esso un parlamentare democratico o Hitler. La cosa divertente (..) è che gli obiettivi che vengono imposti sono sempre venduti come superiori rispetto a quelli individuali: il fine massimo è sempre il bene comune! Ci ricorda niente?
- Le Leggi rende possibile la pace sociale. Le persone possono cooperare nonostante perseguano fini differenti. Un Veneto che vuole l’autonomia può tranquillamente vivere in pace con il centralista laziale: il primo può fare il pescatore a Chioggia e il secondo può portare il suo cibo in tavola e fare bella figura con i suoi invitati. In un mondo basato su decreti, la scala di fini è ben determinata: ciò alimenta continuamente lotta per il potere politico. D’altronde per realizzare in un mandato i propri fini, occorre ottenere il potere. E qualsiasi mezzo è buono: anche con la violenza. La guerra è primariamente determinata da questa idea malsana di controllo dei fini. Cosa ci ricorda?
- La Legge deriva da consuetudini secolari che si irrobustiscono e si modificano in maniera autonoma e consuetudinaria: rispetta un principio evolutivo in cui solo la norma più affine alla realtà rimane in vita, mentre le altre si estinguono. Giusnaturalismo ed evoluzionismo si danno la mano in questo senso: l’uomo asintoticamente tenderà a un sistema di leggi che sia sempre più compatibile con il diritto naturale. Catone riteneva la superiorità del diritto romano perchè non era stato realizzato in maniera deliberata: granello dopo granello. Nel sistema a decreti, il diritto positivo si sostituisce a quello naturale: l’ordine è legittimato solo ed esclusivamente da quanto emanato dall’organo di rappresentazione popolare.
- Un sistema di Leggi rende possibile l’esistenza di una società pacifica e produttiva. Il mercato infatti altro non è che un processo di scambi di natura volontaria.
- La giustizia ha nuances differenti nei due casi. Per la Legge, un’ingiustizia è quella di chi viola la Legge in senso materiale: uccidere qualcuno, rubare. La giustizia è cieca: si applica a tutti senza distinzione di sesso od etnia. Siamo tutti uguali di fronte alla Legge. Nell’ambito mandatario, la giustizia diventa giustizia sociale: un giudice sceglie sulla base di impressioni emotive scaturite in un momento preciso del processo sociale. Se la situazione è conforme ai fini imposti dal governo questa è giusta, altrimenti no. Se non comoda c’è sempre la violenza o la coercizione. Si capisce bene che l’arbitrarietà del giudicante è alla base del processo di giudizio: attraverso una legge si può arrivare a giustificare la violenza oppure un furto. Un imprenditore che si è arricchito per i fatti suoi può benissimo essere messo alla gogna ed essere aggredito per fini redistribuivi.
- Un sistema economico e politico basato sulla Legge è un sistema liberale: il governo è limitato dalla Legge stessa e il governante si pone allo stesso livello dei governanti, cosi che il suo operato non possa essere arbitrario. Il contrario avviene nei sistemi socialisti (di destra o di sinistra) dove il mandato governativo viene sempre imposto per via coercitiva.
- Nei sistemi basati sulla Legge, l’intervento dei gruppi di interesse è limitato: che senso ha corrompere le cariche pubbliche se queste non hanno potere?
- La Legge genera l’ordine spontaneo che rende possibile la civilizzazione attraverso la costituzione di una società aperta, inclusiva ed efficiente. Altrimenti si ha una società chiusa dove l’atavico ruolo del capo stregone che decide per tutti vince su tutti gli altri pareri. In questo modo una persona diventa leale non verso l’umanità tutta ma verso la propria tribù, il proprio paese: nascono i nazionalismi e fenomeni di patriottismo che possono essere pericolosi.
E’ possibile avere un sistema di libere idee senza libertà economica? Chiaramente no: le idee marxiste sono nate nell’800 liberale europeo, non certo nella Russia zarista. In un sistema socialista le idee vengono represse. Si capisce bene quindi che un sistema socialista è un sistema in cui la funzione imprenditoriale viene aggredita attraverso l’azione istituzionale. Ma questo è un capitolo ancora più complesso, di cui ne parleremo a parte in futuro.
Al lettore basti solo aver compreso che senza la combinazione contemporanea di libertà individuali (politiche nello specifico) ed economiche (protezione della proprietà privata) non ci sarà mai benessere e in ogni momento della sua esistenza “un governo dei migliori” potrà decidere cosa sarà bene per lui, anche senza reale motivo.
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