Svezia e Finlandia nella NATO: cui prodest?

Ieri leggevo un editoriale sul sito di Nicola Porro dove si diceva che non accettare i due paesi scandinavi nella NATO significa essere comunisti. Beh, io sostengo esattamente il contrario. Il motivo è semplice: 1 non vale 1.

La Russia (di Putin) non ha mai nascosto di avere mire espansionistiche verso l’Ucraina per una enormità di motivi più o meno supportabili (etnia, lingua, religione, storia, interesse geopolitico, influenza nel mercato locale) mentre non ne ha praticamente nessuno verso Finlandia e Svezia, le quali hanno solo la sfortuna di avere come vicino di casa un paese gestito da un personaggio evidentemente instabile e rancoroso ma che non ha la forza per gestire militarmente più fronti. La narrativa occidentale progressista vuole che l’Ucraina voglia entrare nella NATO non tanto per motivi difensivi ma piuttosto perchè c’è il desiderio di sfruttare il benessere capitalista anche nel paese gestito da Zelensky (“per avvicinare ancora di più gli ucraini al mondo democratico occidentale”). E qui c’è il cortocircuito logico: per quale motivo allora ci dovrebbe essere la necessità di includere i paesi scandinavi nella NATO se non per fini difensivi dato che già sono la massima espressione del capitalismo occidentale dove lo stato sociale si sposa perfettamente con una economia di mercato (peraltro) impossibile da replicare nel sud (socialista e paternalista) del continente?

La realtà è solo una: la NATO garantisce sicurezza e impedisce a chicchessia di aggredire gli stati membri ed è quindi comprensibile la paura dei paesi limitrofi a Putin nel voler ottenere uno scudo militare, e questo può essere un ottimo motivo per creare pressioni politiche. Più utile della inutile UE, insomma.

In che modo? se la volontà è quella di avere un sistema economico con moneta unica (leggi Stati Uniti d’Europa) perchè non chiedere a Stoccolma di aderire finalmente all’euro dato che continua unilateralmente e ostinatamente a non sottoscrivere il trattato ERM II (European Exchange Rate Mechanism)? fatto che invece è volutamente mantenuto nebuloso dal paese scandinavo (pratica ora resa illegale per i nuovi membri potenziali e che la Svezia vuole sfruttare a suo vantaggio). L’impressione è che la grande famiglia della BCE/UE stia sfruttando ad hoc la situazione geopolitica continentale per poter avanzare crediti a economie ricche ma non ancora pienamente integrate nel disegno plenario di Bruxelles. D’altronde il fine giustifica sempre i mezzi.

Ai punti quindi la NATO (fronte USA) ha bisogno di Svezia e Finlandia solo per il 2% del loro PIL nazionale dato che non c’è reale rischio di attacco russo ai danni dei paesi menzionati e i paesi europei sono ben sotto a questa soglia (come aveva fatto presente Trump all’epoca, lamentandosi e non poco), mentre la NATO (fronte europeo) vuole la Svezia velocemente nell’euro, e quest’ultima potrebbe capitolare in cambio dello scudo atomico. A pensar male di solito non si sbaglia mai.

Ciononostante non è la prima volta che gli ingressi NATO hanno motivazioni terze rispetto a quelle della sicurezza nazionale: già negli anni ’90 Bill Clinton in barba all'(ottima) politica di calma e gesso propugnata da Bush sr – volta principalmente a non umiliare la neonata federazione russa – optò per favorire l’inserimento nella NATO degli ex stati del Patto di Varsavia (a proposito: perchè si è sciolto il Patto di Varsavia e la NATO no? misteri) in cambio di voti da cittadini di origine polacca e ucraina negli stati in cui la rielezione era in dubbio (Michigan, Illinois e Pennsylvania).

Il fine giustifica i mezzi no?

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Commenti

Una risposta a “Svezia e Finlandia nella NATO: cui prodest?”

  1. Avatar Isaiah Emmanuel

    I think NATO has its own measures for accepting countries to join them. And If NATO doesn’t see it worth to accept those two countries that means the two countries do not qualify.

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